Storia del Comune

Cenni storici
 
In molte zone del territorio comunale sono stati ritrovati numerosi reperti archeologici d'epoca greco-romana. Tra le varie ipotesi che sono state avanzate, alcuni studiosi collocano in contrada Reilla il tempio di Diana Facellina o una sua dipendenza (l'Artemisio) e ad Archi, precisamente alla foce del torrente Floripòtema, il canale navigabile che nell'antichità costituiva l'imbocco del Nauloco, un ampio bacino capace di ospitare le 300 navi di Sesto Pompeo che il 3 settembre del 36 a.c. si scontrarono e furono sconfitte a largo delle acque di Milazzo dalla flotta di Ottaviano Augusto.

Secondo la tradizione, riportata dallo storico Rocco Pirri, agli inizi della conquista normanna dell'isola (1082-1088), il Conte Ruggero d'Altavilla, avendo conseguito nella zona di Milazzo una decisiva vittoria sugli arabi, fece costruire un monastero (non più esistente) di monaci basiliani e una chiesa dedicata a San Filippo.

All'abate del monastero, che era uno dei componenti del braccio ecclesiastico del Parlamento siciliano, fu riconosciuto il diritto angarico di riscuotere dai contadini del feudo la ventesima parte del loro raccolto. Il 9 marzo 1094, il monastero e le terre di San Filippo, originariamente assegnate al vescovo di Messina, passarono sotto la giurisdizione della nuova diocesi di Patti e successivamente alla Prelatura di Santa Lucia.

Nel secolo XV la comunità monastica venne a mancare, non si sa se per mancanza di vocazioni religiose o per sopraggiunte difficoltà di ordine economico. Un catastrofico terremoto del 1542 seminò rovine e morti per tutta la Sicilia. Nel 1547 e nel 1576 si ebbe un micidiale attacco di peste, che da Messina si estese fino a S. Lucia, dove trovarono la morte circa cinquemila persone. Privo della sua comunità basiliana, il cenobio si avviò rapidamente verso la sua completa rovina.

Con la legge del 10 agosto 1812, i nati del comprensorio di S. Filippo si registrarono, fin dal 1820, allo stato civile di Santa Lucia.

Fu il Regio Decreto del 16 ottobre 1853 a sancire la nascita ufficiale del Comune autonomo di San Filippo. Con la creazione del Comune, non immediatamente fu conseguita la completa autonomia e indipendenza anche nel campo dei beni patrimoniali e demaniali, a cui il paese aspirava. Infatti, I confini tra i due Comuni vennero fissati con Regio Decreto del 15 novembre 1858.

Riguardo alla denominazione ufficiale da dare al Comune, si verificarono non poche incertezze prima di giungere a quella definitiva. Il primo timbro del Comune, recava la dicitura municipalità di San Filippo. Veniva così a cadere l'antica denominazione San Filippo di S. Lucia. Fu dal 1877 che venne usato in modo definitivo San Filippo del Mela. II primo sindaco fu Don Luigi Carrozza.

Durante l'epopea dei Mille, nei giorni che precedettero l'epica battaglia di Milazzo (20 luglio 1860), le zone di Archi e Corriolo furono al centro degli scontri tra l'esercito borbonico e le truppe garibaldine comandate dal Generale Giacomo Medici. Molti filippesi presero parte agli eventi bellici e in contrada Angeli venne approntato un ospedale per soccorrere i feriti. Emblematica è la testimonianza dello scrittore milazzese Giuseppe Piaggia, che così descrive una fase dello scontro di martedì 17 luglio:

"...e due compagnie della brigata Medici, sotto il comando del colonnello Simonetta, accompagnate con piccoli drappelli di messinesi, e cacciatori delle Alpi, e campagnoli di Camastrà e S. Filippo, occupavano le colline che costeggiano a sud la strada provinciale poco prima degli Archi, e parte della gente medesima portavasi sù colli trà quali il summenzionato torrente ha corso a lato sud del villaggio di Corriolo".

Due lapidi, una datata 1892, posta sulla facciata del palazzo in passato sede della Società Operaia, in via Garibaldi, e l'altra posta nella facciata di un vecchio palmento nella villa Formigari a Corriolo, ricordano il passaggio dell'eroe dei due mondi e gli storici avvenimenti. Il 21 ottobre 1860, con 506 "si" e nessun "no", San Filippo votò la sua unione al Regno d'Italia. Il censimento, compiuto l'anno dopo, registrò 2825 abitanti.

Nell'Ottocento secolo il territorio filippese era ricoperto da numerose colture di vigneti, oliveti, agrumeti e alberi da frutto.

Grande importanza, inoltre, rivestivano l'allevamento del bestiame e la produzione della seta. Intorno alla metà del secolo, poi, molte donne praticavano l'attività di filandiere.

Particolarmente diffuse erano anche le industrie della calce e del gesso.

Nel 1870 il paese contava 2867 abitanti e attraverso la realizzazione d'importanti opere pubbliche, diventava sempre più armonico e migliorava il suo tenore di vita. La prima scuola, anche se in edifici privati, inizia nel 1873 al centro e nel 1877 nella frazione di Corriolo.

II 17 novembre 1889 venne deliberato un fondo per la costruzione della stazione del tranvia a vapore ad Olivarella che raggiunse grande importanza per traffico di merci ma anche movimento di passeggeri provenienti da tutti i centri vicini. L'esercizio tranviario durò un quarantennio e quando fu abolito, la stazione di Olivarella divenne casa cantoniera dell'A.N.A.S.

Nel 1890, nella frazione di Archi, venne inaugurata la stazione ferroviaria e nel 1894 fu istituito il servizio del telegrafo. Quattro anni dopo venne realizzata la rete idrica interna e nel 1923 i vecchi fanali a petrolio che illuminavano le strade del paese vennero sostituiti da un nuovo impianto ad energia elettrica.

Finalmente il 1° ottobre 1930 veniva inaugurato il nuovo plesso scolastico, primo nei paesi vicini.

Nel 1940 tutta la gioventù valida, ed anche non pochi anziani della prima guerra mondiale, fu chiamata alle armi. Ne fu coinvolta anche la popolazione civile. Nel paese se non vi fu distruzione di abitazioni, molti furono i pericoli e le sofferenze specie nell'imminenza dell'invasione delle forze anglo-americane. Bunker in cemento ed altri apprestamenti difensivi furono costruiti e tenuti da reparti militari al centro urbano, ad Olivarella e in contrada Sorgente. Non mancarono mitragliamenti aerei e lungo la statale saltarono i ponti sul Mela e sul Floripotamo, minati dalle truppe tedesche in ritirata.

Il primo sindaco dell'era repubblicana fu il Dottor Salvatore Carlo Cannistraci, che resse le sorti del Comune dal 1946 al 1966.

Dopo si sono alternati numerosi sindaci ed alcuni commissari, nell'amministrare il Comune, fino ad arrivare all'attuale sindaco Dott. Giuseppe Cocuzza. Oggi San Filippo del Mela è una cittadina in costante sviluppo industriale, artigianale e commerciale ma rimasta comunque legata alla sua storia e alle sue tradizioni.

Garibaldini e Borbonici, Gli scontri tra Archi e Corriolo.
 
Il 20 luglio 1860 i Mille di Garibaldi sconfissero a Milazzo le truppe borboniche guidate dal colonnello Ferdinando del Bosco, aprendosi di fatto la strada dello stretto. La brillante vittoria, oltre a rappresentare una delle tappe fondamentali della gloriosa spedizione delle camicie rosse in Sicilia, inflisse un altro duro colpo al vacillante regno di Francesco II.

L’importante battaglia fu preceduta però da alcuni duri scontri nelle zone di Archi e Corriolo, nell’entroterra San Filippo del Mela, che rivestono una enorme importanza per l’esito finale della contesa. Tanto è stato scritto sulle vicende che caratterizzarono quelle giornate. Dalle memorie dei protagonisti, riemergono i nomi di famosi eroi risorgimentali e le figure di alcuni personaggi locali che ruotano attorno allo storico evento.

Dopo la conquista di Palermo, l’esercito garibaldino si divise in tre tronconi, uno dei quali, affidato a Giacomo Medici, si trovò davanti l’ostacolo costituito dall’importante piazzaforte di Milazzo. Giunta a Barcellona il 5 luglio, il 12 successivo la brigata si trasferisce a Merì, e nel Palazzo del Sacerdote Antonio De Gaetani, stabilisce la propria base logistica.

All’alba di sabato 14 luglio, le truppe dell’esercito borbonico si muovono dalla Cittadella di Messina. Il loro scopo è quello di raggiungere e difendere la piazzaforte di Milazzo. Nei due giorni seguenti, dopo aver sostato a Gesso e pernottato a Spadafora, giungono ad Archi.

La loro marcia è rallentata da una fitta pioggia. Intanto, squadre di patrioti disposti lungo il percorso, spiano i movimenti dei borbonici e informano costantemente il Medici sull’evolversi della situazione.

Il comandante napoletano, fortemente preoccupato dalle notizie sull’elevato numero di garibaldini presenti in zona, decide di non proseguire ulteriormente, ed invece di continuare la marcia verso Merì e Barcellona, dopo aver ponderato la situazione, per evitare almeno momentaneamente un probabile e difficile scontro, ripara verso Milazzo.

A fornirgli le informazioni è Giuseppe Sibilla, il custode della “catena” di Archi, addetto alla riscossione del pedaggio. Tali notizie costano la vita al Sibilla, che viene giustiziato come traditore dalla squadra di volontari di Gualtieri Sicaminò.

Bosco entra in una Milazzo semideserta e stabilisce il proprio Quartiere Generale nei locali del convento di San Francesco di Paola. Viene dichiarato lo stato d’assedio. Tra i pochi abitanti presenti ancora in città, ci sono diversi patrioti guidati da Stefano Zirilli, presidente del locale comitato insurrezionale.

Durante la notte del 17 luglio, alcuni componenti della brigata garibaldina, al comando di Guerzoni e del Capitano Vincenzo Cianciolo, operano un’azione di ricognizione e di disturbo e si spingono fin negli avamposti borbonici, dove hanno un breve scontro a fuoco con i Regi.

Poco prima dell’alba, truppe borboniche, circa 1500 uomini, guidati dal Maggiore Maringh, escono da Milazzo avanzando fino ad Archi. Medici, avvertito di quanto sta avvenendo, posiziona immediatamente il colonnello Francesco Simonetta insieme alla 5a compagnia, agli ordini del capitano Alessandro Cattaneo.

Altri reparti si sistemano sulle alture tra Archi e Corriolo. Il combattimento si rivela subito cruento e le camicie rosse, in evidente inferiorità numerica, sono costrette ad indietreggiare. Solo il pronto intervento della 7a compagnia consente la loro ritirata, mentre la cavalleria borbonica supera il torrente ed entra nel villaggio di Corriolo. I garibaldini, dopo aver tentato un coraggioso assalto alla baionetta, sopraffatti dal fuoco nemico, si sfaldano e indietreggiano.

Maringh, incomprensibilmente, non approfitta della situazione favorevole, abbandona le posizioni e rientra a Milazzo, contravvenendo agli ordini ricevuti dal Bosco che lo mette subito agli arresti.

Intanto, Medici cerca di adottare delle opportune contromisure per fronteggiare il nemico, aumentando il numero degli uomini collocati sulle alture e realizzando due barricate poste rispettivamente al crocevia di Olivarella e a Corriolo, nei pressi della Villa Tracuzzi (oggi Vaccarino, a fianco dell’attuale chiesa dell’Immacolata).

Al Malenchini viene affidato il compito di difendere a tutti i costi le importanti posizioni. Lo scontro riprende ancora più violento alle 16.00, quando la colonna borbonica, forte di oltre tremila uomini al comando del Ten.Col. Giovanni Marra, entra in contatto con i garibaldini della prima barricata e, con una intensa azione di artiglieria e il sostegno della cavalleria, vanifica il loro ennesimo assalto alla baionetta.

I napoletani riescono a conquistare anche il secondo sbarramento, ma la simultanea azione del battaglione Guerzoni e di alcuni volontari di Camastrà, guidati dal barone Pietro Gordone, li ferma e li fa indietreggiare.

Intanto continua l’incessante fuoco dei fucili garibaldini che sparano dalle alture circostanti e dalle finestre della Villa Tracuzzi. Mentre lo scontro si fa sempre più violento, Medici invia dei rinforzi per fronteggiare gli attacchi dei Regi.

Anche un gruppo di volontari filippesi guidati da Don Ciccio Impò, all’epoca parroco della chiesetta di S. Antonio, si lancia all’attacco fornendo un valido aiuto per risolvere la difficile situazione.

Dopo aver riconquistato la barricata, le camicie rosse si oppongono coraggiosamente agli incessanti attacchi del nemico e mantengono saldamente le posizioni.

Dopo molte ore di combattimenti, Bosco impartisce l’ordine di rientrare a Milazzo. I garibaldini tornano vittoriosi al campo di Merì.

Garibaldi, informato degli scontri avvenuti e delle difficoltà incontrate dal Medici a causa del concentramento di truppe borboniche nella zona di Milazzo, mercoledì 18 luglio a bordo del piroscafo “City of Aberdeen” ribattezzato “Rosolino Pilo”, giunge a Patti, punto di incontro con la spedizione Cosenz, e quindi, all’alba del giorno seguente, prosegue verso Barcellona, da dove nel pomeriggio si trasferisce al campo di Merì.

L’Eroe dei Due Mondi si spinge fin sulle alture di Santa Lucia, dalle quali può esaminare attentamente l’intero territorio e quindi studiare la strategia migliore per affrontare un combattimento che ormai si preannuncia imminente.

Rientrato a palazzo De Gaetani, dopo aver parlato alla folla, redige un ordine del giorno con il quale conferisce il grado di Maggiori Generali a Medici, Cosenz, Carini e Bixio, ed insieme ai suoi fidati collaboratori, predispone i dettagli del piano di battaglia. All’alba del 20 luglio, le truppe garibaldine sono pronte per l’attacco.

a cura di: di Nino Galvagno

Personaggi Illustri
 
Molti sono i filippesi che per luminosità d'ingegno, dirittura morale ed opera svolta costituiscono il decoro e l'orgoglio del paese e meritano quindi d'essere ricordati.

Francesco Paolo Fulci
Nato a Messina il 19/3/1931, inizia la carriera diplomatica nel 1958 a New York come vice console. In seguito ha svolto la sua attività nelle ambasciate di Mosca, Parigi, Tokjo, capo della rappresentanza permanente dell'Italia presso la NATO. Nel 1991 è stato Segretario Generale del Censis e dal 1993 è ambasciatore all'ONU. Vive attualmente a New York.
Dal 1882, la sua famiglia ha dato alla nazione un Ministro, un sottosegretario, un senatore in carica per più di cinquant'anni e un deputato (suo padre) eletto due volte alla camera.

On. Comm. Avv. Giuseppe Arigò
San Filippo del Mela 21/6/1858 - Messina 28/12/1908
Fu consigliere provinciale e anche più volte sindaco di Messina. Nel 1904 fu eletto deputato al Parlamento nazionale, spiccò sempre per la vivacità del suo ingegno, onestà e correttezza. Si adoperò molto per il suo paese natio, come risulta dalla fitta corrispondenza conservata nell'archivio comunale.

On. Avv. Giuseppe Basile Arigò
San Filippo del Mela 1/12/1886 – Roma 24/07/1977
Eletto deputato nel 1948 con la lista «Stella e Corona» (P.N.M.), fu rieletto nel 1953 e nel 1963. A tale alta designazione era pervenuto attraverso numerosi incarichi di carattere politico-amministrativo sia in Messina che in San Filippo del Mela. Alla Camera dei Deputati, sulla cui designazione fu membro della Commissione nazionale per l'U.N.E.S.C.O., prese parte attiva nella prima e seconda legislatura con numerosi interventi su vari disegni di legge.

Angelo Celi, Generale di Divisione dei Carabinieri
San Filippo del Mela 2/6/1877 – Roma 1/10/1973
Partecipò alle operazioni di repressione del brigantaggio in Calabria ed ebbe parte assai attiva nei giorni tragici del terremoto di Messina, dove perse la vita il fratello.
Fu vice comandante della Legione di Torino, Colonnello comandante le Legioni di Perugia, di Padova e di Alessandria. Fu infine generale comandante la Brigata carabinieri di Napoli. Raggiunti i limiti di età col grado di generale di Divisione, rimase a disposizione del Comando Generale dell'Arma e durante la guerra fu giudice del Tribunale supremo militare.

Giuseppe Celi – Prefetto e Senatore
Messina 1879 – Messina 1946
Entrò giovanissimo nell'Amministrazione dell'Interno quale segretario di Prefettura a Messina, dove si distinse particolarmente nel periodo successivo al terremoto del 1908, nella fase organizzativa per la ricostruzione della città.
Fu vice Prefetto a Cremona e quindi Prefetto a Grosseto e Padova, dopo di che – collocato in congedo per raggiunti limiti di età – fu nominato Senatore del Regno, Grande Ufficiale dell'Ordine della Corona d'Italia e Commendatore dei Ss. Maurizio e Lazzaro.

Giovanni Celi, Generale di C. d'Armata e vice Comandante dell'Arma dei Carabinieri
Messina 21/04/1905 - 
Luminosa fu la sua carriera nell'Arma dei Carabinieri: Maggiore, ten. col. Al comando del Batt. Allievi sottufficiali di Moncalieri; tenente col. comandante del gruppo di Genova; colonnello comandante la Legione di Genova; generale comandante la brigata CC. di Padova; generale comandante la VII Brigata CC. di Padova; generale di Divisione comandante le Divisioni di Ogaden a Napoli e Pastrengo di Milano.
Nel 1968 vice comandante generale dell'Arma, nell'anno successivo concluse la sua carriera, per raggiunti limiti di età, col grado di generale di corpo d'Armata.

Dott. Prof. Antonino Galluppi-De Gregorio
Santa Lucia del Mela 2/1/1898 - Genova 12/9/1945
Residente ad Olivarella, si laureò in Medicina e Chirurgia nel 1922. Entrò subito in attività di servizio nelle cliniche mediche universitarie come addetto alla diretta osservazione, diagnosi e cura dei malati. Nel 1925-26 in qualità di vice Direttore diresse una sezione dell'Istituto Biotipologico e una sezione del Policlinico del lavoro, entrambi annessi alla Clinica Medica generale della R. Università di Genova. Nel 1929 conseguì per titoli e per esami la libera docenza in Patologia Speciale Medica. Dal 1926 fu redattore della rivista «Endocrinologia e Patologia Costituzionale» e dal 1930 della rivista «Accademia Medica». Collaborò con molte riviste mediche italiane e straniere Numerosissime ed assai apprezzate le sue pubblicazioni scientifiche.

Dott. Prof. Tommaso Impò-Sisilli
San Filippo del Mela 9/11/1883 – 21/3/1958
Si laureò in Medicina e Chirurgia nel 1908 a Roma e nel 1914 conseguì la libera docenza in Patologia speciale medica nell'Università di Pavia. Tra il 1934 e il 1936 tenne dei corsi di Semeiotica medica presso l'Università di Messina, dove fu anche direttore del Brefotrofio provinciale per vari anni, prima dell'ultimo conflitto mondiale, quanto in qualità di primo capitano medico prestò servizio presso l'Ospedale militare di Messina.
Negli anni '50 fu consigliere comunale a San Filippo del mela, dove erano stati sindaci suo padre e suo nonno e per vari anni consigliere provinciale.

Dott. Prof. Michele Ragno
San Filippo del Mela 9/6/1907 – Reggio Calabria 21/9/1948
Laureatosi in Chimica farmaceutica di Messina nel 1930, morì a soli 41 anni. Nel 1942 conseguì la docenza in Chimica farmaceutica e quasi contemporaneamente fu nominato aiuto alla cattedra di Chimica farmaceutica dell'università di bari ed incaricato dell'insegnamento della stessa materia.
Ricercatore abilissimo e studioso, pubblicò numerosi lavori su svariati argomenti, collaborando ed apprendendo dai docenti vari che si succedettero nella Università di Messina. Dopo la morte, a Bari, molte personalità importanti, promossero la fondazione di una Borsa di studio intitolata «Fondazione Prof. Michele Ragno».

Dott. Pasquale Aragona
San Filippo del Mela 26/5/1896 – Milano 24/6/1959
Laureatosi presso l'Università «Ca' Foscari» di Venezia in Economi e Commercio, ed entrato nell'Amministrazione finanziaria nel 1926, percorse tutta la carriera da Procuratore di seconda classe a procuratore superiore in soli 12 anni. Preposto – fin dal 1928 – alla direzione degli Uffici del Registro in S. Vito del Tagliamento, Gallarate e Milano, fu in quest'ultima città che diresse gli Uffici IGE, Radio e Bollo. Le sue spoglie riposano nel cimitero del paese natio.

Dott. Santi Aragona
San Filippo del Mela 26/6/1901 – Milazzo 30/5/1961
Laureato in medicina e chirurgia presso l'Università di Messina nel 1927, fu abilitato all'esercizio della libera professione presso l'Università di Napoli. Dinamico e sempre alla ricerca di nuovi orizzonti culturali, nel mentre che era assistente presso la Clinica chirurgica dell'Università di Messina conseguì i seguenti diplomi di perfezionamento: Igiene, Puericultura e Leishmaniosi. Fu Ufficiale sanitario del Comune di Milazzo dal 1931 fino alla sua morte. Medico di Reparto delle Ferrovie dello stato. Durante l'ultimo conflitto prestò servizio col grado di tenete medico.

Fonti: - Padre Giovanni Parisi e Paolo Maggio, San Filippo del Mela e l'antico Artemisio, Edizione Samperi, Messina, 1978

Gli amministratori del Comune dal periodo Borbonico ad oggi.
 
Periodo borbonico
1° 1853 – 28 febbraio 1855: Sindaco: Don Luigi Carrozza
2° 1° marzo 1855 -31 dicembre 1859: Don Giuseppe Romeo
3° 1° gennaio 1860: Don Gaetano Lucifero

Periodo rivoluzionario
4° giugno 1860: Presidente del Consiglio civico: Don Gaetano Lucifero
5° 23 settembre 1860: Presidente del Consiglio civico: Dott. Rosario Arigò

Periodo sabaudo
6° 1861-1872: Sindaco: Dott. Rosario Arigò (prime elezioni democratiche)
7° 1873-1875: Don Cesare Cocuzza
8° 1876-1877: Don Tommaso Impò
9° 1877-1880: Don Felice De Gregorio
10° 1881-1891: Don Pietro Basile Stracuzzi
11° 1892-1893: Don Pietro Impò
12° 1894-1895: Don Pietro Basile Stracuzzi
13° 1896-1899: Don Valerio Trifirò
14° 11 ottobre 1899 -1901: Don Antonino Basile-Stracuzzi fu Luigi
15° 1902-1904: Don Pietro Impò
16° 5 dicembre1904-1907: Don Antonino Basile-Stracuzzi fu Luigi
17° 7 dicembre1907: Don Luigi Basile fu Carlo
18° 1908-1911: Don Valerio Trifirò
19° 1912-1914: Don Luigi Basile fu Carlo
20° 1914 (pochi mesi): Don Luigi Basile fu Antonino
21° 1915-1917: Cav. Pietro Impò
22° 1918-1920: Regio Còmm.rio Luigi Basile fu Carlo
23° 1920 (novembre)-1929: Avv. Giuseppe Basile Arigò
24° 1930: Commissario Pref. Alessandro Cocuzza
25° 1931-1932: Podestà Alessandro Cocuzza
26° 1933-1937: Podestà Giuseppe Reina
27° 20 dicembre 1937-1943: Commissario Pref. Comm. Avv. Giuseppe Basile-Arigò
28° 1943 (ultimo quadrimestre)-1944: Avv. Mario Galluppi (primo sindaco dopo la caduta del Fascismo)
29° 1945-1946: Sig. Giuseppe Foti

Periodo repubblicano
30° Dott. Salvatore Carlo Cannistraci 17 novembre 1946-1966: (in quest'arco di tempo vi sono stati due periodi con reggenza commissariale)
31° Sig. Francesco Di Paola dal 6 maggio1966
32° Dott. Salvatore Carlo Cannistraci dal 31 gennaio 1968
33° Dott. Giuseppe Lamonica dal 3 dicembre 1971
34° Sig. Felice Di Paola dal 23 marzo 1976
35° Giulio Aliprandi dal 23 giugno 1978
36° Giuseppe Casola dal18 agosto 1981
37° Salvatore Trifirò dal14 aprile 1982
38° Avv. Ottavio Stracuzzi dal 14 luglio 1983
39° Mario Felice Di Paola dal 28 febbraio 1984
40° Dott. Giuseppe La Monica dal 11 ottobre1985
41° Dott. Giuseppe La Monica dal 29 maggio 1988
42° Francesco Calderone dal 22 novembre 1988
43° Prof. Luigi Aliprandi dal 1° ottobre 1990
44° Francesco Calderone dal 22 giugno 1993
45° Francesco Calderone dal 18 giugno 1996
46° Prof. Giuseppe Anania dal 2 dicembre 1997
47° Francesco Calderone dal 16 aprile 2000
48° Dott. Giuseppe Cocuzza dal 28 maggio 2003

Fonti: - Padre Giovanni Parisi e Paolo Maggio, San Filippo del Mela e l'antico Artemisio, Edizione Samperi, Messina, 1978

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